Friday, January 30, 2009

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Even the Masons were concerned about the plight of bullying

In the book "Quale primavera per i figli della vedova? Treviso vista e vissuta dai massoni di una loggia del Grande Oriente" , ho toccato il tema del mobbing con un massone che per due anni ricoperto la responsabilità di maestro venerabile della loggia "Primavera". Ecco il testo:

Lei, che per lavoro si occupa di realtà aziendali, cosa pensa del mobbing?

Sul fenomeno del mobbing e tutte le implicazioni che questo genera, vorrei rispondere non tanto da un punto di vista professionale ma unicamente come massone. È solo da qualche anno che le cronache giornalistiche e televisive riportano frequenti episodi di mobbing; ciò non vuol dire però che questo fenomeno non esistesse anche before. Evidently fifty years ago, when employees were without any legal protection, the employer did not need to resort to bullying to get rid of someone. Now that the employee has a right to greater protection, some employers resort to such underhand methods to get rid of the odious and unpopular employees and applied mainly against those most vulnerable and weakest on the psychic plane. Yet the current provisions on work permit the employer to take the road against the dismissal of the employee, provided it is established that it takes a wrong attitude to criticism and, in the context of the progress del proprio incarico. Le regole ci sono, è necessario però che il cittadino-datore di lavoro sia disposto a rispettarle, evitando di ricorrere a metodi ignobili. La causa principale di questa recrudescenza nelle relazioni tra datori di lavoro e dipendenti ma, più in generale, in tutti i rapporti interpersonali di relazione, è data dall’imbarbarimento della nostra società. Il rapporto di solidarietà, di reciproca comprensione, di tolleranza che si aveva nella cultura contadina è morto e sepolto. Mi accorgo sempre più spesso, anche nel rapporto professionale, che il mio interlocutore, al pari di una macchina malfunzionante, è capace soltanto di parlare, di trasmettere, di udire, ma non di ascoltare. Ormai è largamente diffusa e dominante la cultura della sopraffazione, della prevaricazione, dei “vincenti ad ogni costo”. Ma, tornando al tema, anche con un Legislatore attento e tempestivo sul piano normativo, il fenomeno del mobbing rimarrebbe comunque irrisolto in quanto, a mio avviso, esso va contrastato soprattutto sul piano culturale. Basterebbe un po’ di tolleranza, di rispetto reciproco e quel senso di empatia che ti fa immedesimare nei problemi dell’altro, perché la situazione esca dallo stato di emergenza per tornare nell’alveo del fisiologico, della normalità.

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